La Fondazione Vik Utopia Onlus ha voluto sostenere con delle donazioni l’ Associazione “Linea d’Ombra ODV” di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, che ogni giorno a Trieste, in Piazza Libertà, con i loro volontari, accolgono, soccorrono, medicano, nutrono, vestono i migranti che vengono dalle rotte balcaniche dopo viaggi durissimi nei quali incontrano violenza, fame, sete, rischio di morte. Perché a tutti sia garantito il diritto di andare liberamente verso la speranza di una vita degna di essere vissuta.
Qui, quotidianamente, si pratica l’umanità.
Qui è quella Palestina che, come ci ricorda Vittorio, “può anche essere fuori dell’uscio di casa”.
Ci scrive Lorena Fornasir: “al di là dell'importanza di una donazione per migranti in transito a Trieste, numerosi in questa stagione (donazione che li aiuti ad andare dove é il loro progetto di vita), è un dono che ciò avvenga nel ricordo attivo di Vittorio Arrigoni, che per tutti noi è un riferimento esemplare dell'impegno quotidiano necessario contro la violenza senza limiti che si continua ad esercitare sui popoli del Medio Oriente, dell'Africa e anche d'altrove.”
La Fondazione non può restare indifferente
davanti all'orrore che, da ottobre 2023, ben conosciamo. Morte e distruzione
colpiscono prevalentemente i civili e migliaia sono i bambini, le donne, i
malati uccisi o feriti dal nord al sud della Striscia.
In mancanza ora di alcun progetto sulla ricostruzione, se mai ci sarà, abbiamo deciso di supportare, con una donazione, due Associazioni che operano meritoriamente nella Striscia e che già, in passato, hanno ricevuto il nostro sostegno.
E’ un progetto di primissima emergenza che, con la cucina di strada, prevede le distribuzioni giornaliere di circa 2.000 pasti, con priorità ai minori e alle donne.
In Togo, Africa Occidentale, Vittorio svolse il suo primo campo di lavoro in terra africana.
In Togo, 80 Km a nord dalla capitale Lomè, sorge Amakpapè, un villaggio con circa 11.000 abitanti disseminati in piccoli agglomerati.
L’attività della popolazione è prevalentemente agricola; un’agricoltura povera, soprattutto di sussistenza, per il sostentamento della famiglia (legumi e ortaggi) e solo parzialmente è coltivato cotone per la vendita.
Qualsiasi imprevisto di salute o altro non può essere affrontato perché non esiste la possibilità di avere da parte dei risparmi e la sanità è tutta a pagamento, dall'aspirina al ricovero ospedaliero.
Ad Amakpapè è attiva la Comunità Missionaria Cuori Grandi che ha aiutato e aiuta centinaia di persone, bambini e adulti poveri, sofferenti, abbandonati. Ha un ambulatorio e accompagna e paga le spese per le cure dei feriti e malati gravi presso gli ospedali. Sostiene le mamme aiutandole nelle loro attività e ha costruito casette per fornire loro un rifugio sicuro e asciutto. Ha realizzato un salone polivalente (la “paiota”), diversi pozzi per l’acqua anche in altre località, una casa per i volontari.
Nel 2013 ha iniziato la costruzione di un Complesso scolastico costituito ora da una scuola materna, elementare, college e, da quest’ultimo anno, liceo.
Attraverso l’Associazione AVIAT (Associazione Volontari Italiani Amici Togo) ci è giunta la richiesta di sostegno per l’approvvigionamento della Mensa scolastica. Fra gli alunni, un centinaio di bambini, poverissimi, ha bisogno di aiuto anche per il cibo; la mensa è l'opportunità dell’unico pasto quotidiano; altri bambini vengono da piccoli villaggi distanti anche otto chilometri da percorrere a piedi e non possono rientrare a casa durante la pausa pranzo.
La Fondazione ha ritenuto la richiesta più che meritevole e deciso di finanziare il progetto Mensa per l’anno scolastico 2022/2023.
Nell’isola di Haiti, in un quartiere della capitale Port-au-Prince, in una baraccopoli poverissima, sorge il centro di aggregazione Kay Chal, avviato dalle Piccole Sorelle del Vangelo di Charles de Foucauld.
Il Centro accoglie principalmente i bambini e i giovani dei quartieri O’Kay e Jéremy, proponendo al pomeriggio il doposcuola e uno spazio per giocare, il mattino, una scuola frequentata dai ragazzi “restavek”, dal francese “reste avec”, traducibile con “colui che resta” con un’altra famiglia diversa da quella di origine, ossia bambini che con il tempo sono diventati schiavi e servitori di chi li ha accolti in città e gli ha dato un tetto per dormire.
La scuola mattutina, assicurata dal Centro, vuole promuovere, attraverso il percorso di alfabetizzazione, una maggiore dignità umana per una trentina di bambini schiavo del quartiere, che sono contattati e accolti ad ogni inizio di anno scolastico. Inoltre, accompagna i ragazzi che hanno frequentato la scuola di alfabetizzazione in un percorso di (re)inserimento scolastico nel quartiere e/o nella città, perché proseguano almeno fino alla quinta elementare e terza media per i più capaci. Il pomeriggio il Centro è aperto per i bambini e i ragazzi di due quartieri confinanti, quartieri con case piccole e viuzze molto strette che formano come un grande labirinto sovraffollato dove la gente sopravvive come può. E’ in questi quartieri che vivono i bambini restavek.
I bambini vengono per fare i compiti, studiare e sono aiutati da un gruppetto di giovani animatori. Poi possono approfittare di un cortile spazioso per giocare.
Il progetto che le Piccole Sorelle ci hanno sottoposto è di grande valore umano e sociale e la Fondazione ha deciso di sostenerlo economicamente, coprendo quindi le spese di un maestro per la scuola di alfabetizzazione e di un maestro di sostegno che accompagna i casi più difficili e segue gli ex-allievi nei compiti. Inoltre sosterremo le spese scolastiche (iscrizione, tasse, materiali vari) per circa 35 ragazzi che il Centro è riuscito ad inserire nel percorso scolastico dopo uno o due anni di frequenza della scuola di alfabetizzazione. Questi ragazzi, infatti, che continuano la loro attività di lavoratori domestici, hanno come unica retribuzione un pasto quotidiano e l’alloggio e le famiglie che li accolgono non intendono sostenere tali spese.
Il campo profughi “Sedra”, nella municipalità di
Cazin,
aperto nel luglio 2018, ospita per lo più famiglie con bambini, minori non
accompagnati, donne single e soggetti vulnerabili, provenienti in particolare
dal Pakistan, dall’Afghanistan, dal Bangladesh. Sono in gran maggioranza giovani uomini che seguendo la rotta Balcanica,
riescono ad attraversare i confini turchi o greci per arrivare in Europa e
vengono bloccati in Bosnia al confine con la Croazia.
Ipsia BiH, Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli, attiva in Bosnia dal 1997, ci sottopone un progetto denominato “Angolo per i teenager (teen corner)”. I beneficiari diretti sono cinquanta minori non accompagnati del campo TRC Sedra che, come previsto dagli obiettivi del progetto, parteciperanno in attività di gioco, sportive e sociali. Si tratta per lo più di minori non accompagnati e giovani del campo. Questa è la categoria che necessità maggiormente attività ricreative e sociali e che fruirà maggiormente di queste attività, che possono permettergli di esprimere la loro personalità, alleviare le sofferenze a livello mentale e creare legami di amicizia più profondi.
La richiesta di Ipsia BiH, che la Fondazione ha deciso di sostenere, consiste nel finanziamento della costruzione di un gazebo in legno vicino al Social Cafè del campo profughi Sedra, nonché l’acquisto di una tavola da ping-pong e una da calcio balilla (biliardino), così da poter promuovere attività ricreative e creare l’opportunità di passare il tempo in attività strutturate.
Poiché molti di questi giovani hanno attraversato differenti paesi e sono in viaggio da tantissimo tempo, lontani da famiglia e amici, è importante creare occasioni in cui possano distanziarsi dalle difficoltà che hanno incontrato, creando un ambiente sereno in cui relazionarsi con i coetanei in spazi postivi di interazione e comunicazione.
L’isola di Lesbo ospita il più grande e numeroso
campo profughi d‘Europa, profughi provenienti in gran parte da Siria,
Afghanistan, Iraq; il quaranta per cento circa sono bambini.
Il campo di Kara Tepe è stato costruito sullo spazio di un ex poligono militare che è stato bonificato velocemente prima dell'insediamento delle strutture. Al momento ospita circa 7.000 tra richiedenti asilo e rifugiati, soprattutto donne e bambini.
Il progetto sottopostoci, denominato “Powerstations per il campo profughi di Kara Tepe, Lesbo” mira a dare ai rifugiati un accesso indipendente a una fonte di energia ricaricabile e sicura per applicazioni a basso consumo.
La scarsa accessibilità all’energia elettrica permette ai residenti solo poche ore di utilizzo delle apparecchiature (che tra l'altro non tutti hanno) e rende la vita del campo veramente molto dura.
Azioni quotidiane e necessarie come cucinare, rinfrescarsi e riscaldarsi, ricaricare il proprio cellulare o avere luce di notte non sono garantite.
Poter accedere a una fonte di energia è fondamentale per riappropriarsi delle proprie piccole libertà e dei bisogni negati e impediti dalle condizioni disumane del campo.
Il progetto prevede la costruzione di power stations di dimensioni e peso ridotti utilizzabili facilmente all’interno delle tende.
Le powerstations possono alimentare luci a 12V e caricare dispositivi vari per più giorni.
La Fondazione, condividendo le finalità umanitarie del progetto, ha deciso di finanziare la realizzazione di cento Powerstations.
Dal
naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, nel Mediterraneo si sono contati
almeno 20mila morti. Le cifre reali sono sicuramente più alte: molte vittime
non saranno mai ritrovate. Il nostro mare è la frontiera più letale del mondo
per uomini, donne e bambini che cercano di attraversarla.
Nel 2019 è nata ResQ – Onlus, con sede a Milano, un’associazione con l’obiettivo di salvare le vite delle persone in fuga da luoghi di conflitto o di grave crisi umanitaria, per dare una risposta concreta a questa drammatica situazione. Ha così messo in mare una nave di soccorso che si aggiunge alla flotta civile che opera nel Mediterraneo Centrale, per salvare più vite possibili, la ResQ People.
La prima missione di ricerca e soccorso è partita il 7 agosto 2021 dal porto di Burriana (Spagna). In quattro diversi interventi, tra il 13 e il 15 agosto, ha salvato 166 persone, la più piccola di otto mesi. Il 18 agosto i naufraghi soccorsi sono sbarcati ad Augusta, il porto sicuro indicato dalle autorità italiane. La seconda missione è salpata l’8 ottobre da Porto Empedocle e, nella notte tra il 9 e il 10, ha soccorso cinquantanove persone, che sono state poi condotte nel porto sicuro di Pozzallo.
ResQ agisce in base ai principi umanitari d’imparzialità,
neutralità e indipendenza, nel pieno rispetto del diritto e delle Convenzioni
internazionali che regolano l’obbligo del soccorso in mare e tutelano la vita e
la dignità umana.
ResQ nasce perché soccorrere è un dovere, essere soccorsi è un diritto.
La Fondazione, condividendone totalmente le finalità e le azioni, e aderendo alla richiesta sottopostaci, finanzia l’acquisto di un nuovo generatore di terra e contribuirà all’approvvigionamento del combustibile per la prossima missione di ricerca e soccorso della ResQ People nel Mediterraneo Centrale.
Questo progetto è proposto dalla Onlus “Il Caprifoglio”, con sede in Roma. Nata nel 2007, dal 2009 è impegnata in progetti di sostegno sociale, scolastico e sanitario in Uganda.
Ad oggi in quel Paese segue cinque progetti, fra i quali “Help KitabuMaternity”, presso il Centro medico St. Francis di Kitabu.
Kitabué un piccolo villaggio del distretto di Kasese, sulle montagne a sud ovest di Kampala, capitale dell’Uganda. La popolazione vive in condizioni di grande povertà: la principale risorsa alimentare è l’agricoltura. Il primo insediamento sanitario, realizzato dalla Diocesi di Kasese risale al 1998, anno in cui venne costruito un reparto maternità al fine di ridurre il tasso di mortalità infantile. Sin da allora questo piccolo centro ha fornito cure mediche alle puerpere e ai loro piccoli e piano piano la struttura è cresciuta regolarmente.
Ogni anno vi nascono oltre 700 bambini, seguiti anche nel corso della crescita e sottoposti a regolari controlli e vaccinazioni.
Nel tempo, tuttavia, si presentano carenze strutturali ed igieniche e nel 2019, la Onlus provvede a ristrutturare completamente il reparto maternità ed avvia la seconda fase del Progetto per dotarlo della moderna strumentazione e offrire un servizio sanitario più completo, cure mediche ed esami d00iagnostici pre e post natali.
La Fondazione Vik Utopia Onlus contribuirà al finanziamento per l’acquisto delle attrezzature, che includono, fra l’altro, Ecografo, incubatrice, letti per il parto, stetoscopi e altro.
L’Organizzazione di Volontariato e Onlus “Palestine Children’s Relief Fund - Italia (PCRF-Italia”) con sede a Marina di Pietrasanta (Lu) opera gratuitamente nelle strutture sanitarie pubbliche palestinesi, attraverso missioni chirurgiche pediatriche in diverse discipline e assistenza medica ai bambini gravemente malati o feriti nel corso dei conflitti, oltre alla formazione di personale locale.
Sostiene un programma di salute mentale pediatrica per i bambini di Gaza traumatizzati dai conflitti e concorre alla realizzazione di altri programmi sanitari, socio sanitari e di aiuti umanitari in generale, implementati sul campo dalla principale Ong PCRF. Tra questi il primo ed unico Centro di Oncologia Pediatrica presso l’Ospedale Al-Rantisi di Gaza City al fine di facilitare l’accesso alle cure per i bambini malati di cancro.
Attualmente, PCRF- Italia , in collaborazione con il Ministero della Sanità di Gaza (MoH) e gli uffici di Gaza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), per migliorare il coordinamento ed il funzionamento del sistema sanitario, ha individuato come attività maggiormente rilevante l’informatizzazione dei servizi offerti dalle “cliniche di base” del Distretto dell’area sud della Striscia.
Il progetto sottopostoci e che la Fondazione ha ritenuto di finanziare riguarda la clinica di Jourt Allout (Governatorato di Khan Younis), di piccole dimensioni, che serve una popolazione di circa 20.000 abitanti per oltre 100 visite al giorno. L’informatizzazione dei servizi avviene attraverso l’equipaggiamento e l’installazione di strumentazione informatica apposita, acquistata da PCRF e donata al MoH a seguito di gara pubblica. Per rispondere ai sistematici cali di corrente è previsto anche l’acquisto di Gruppi di continuità detti UPS (Uninterruptible Power Supply). L’attività prevede inoltre una sessione di formazione tecnica del sistema hardware e software rivolta al personale sanitario incaricato della gestione dei servizi. PCRF-Italia avrà inoltre cura di sostenere la formazione del personale sanitario dirigenziale per utilizzare le informazioni fornite dal sistema per promuovere politiche e programmi sanitari efficaci.
FUNIMA International Onlus ha sede a Sant’Elpidio a Mare (Fermo). E’ attiva da quindici anni in America Latina, a favore dei diritti dell’infanzia, con progetti attivi in riferimento all'acqua, all'assistenza sanitaria, all'alimentazione e all'educazione. L'organizzazione partecipa a tavoli di lavoro e coordina le opere in collaborazione con organi istituzionali, privati e non governativi attraverso un lavoro di rete e in sinergia.
Il progetto propostoci e che la Fondazione ha deciso di cofinanziare è: “Agua del Cielo” e ci porta nella comunità indigena Wichi di “El Pelicano”, comune di Santa Victoria Este, a nord dell’Argentina, all’interno del Chaco, al confine con Bolivia e Paraguay.
El Pelicano è formata da 25 famiglia (circa 150 persone). Sono "raccoglitori", vivono di ciò che offre foresta, caccia, allevamento e agricoltura. Le stagioni secche si alternano a quelle umide e le piogge sono rare, concentrate nel periodo estivo, ma molto intense. Il caldo è forte con 45° e la penuria d'acqua, rende molto difficile le condizioni di vita che sono aggravate da una scarsa alimentazione. I bambini soffrono maggiormente questa situazione, i casi di denutrizione e disidratazione sono moltissimi, ed è questa una delle cause principali di morte infantile.. Le infrastrutture sono insufficienti, i pochi pozzi dislocati nel territorio non riescono a rifornire tutte le comunità.
Il progetto di approvvigionamento idrico sostenuto dalla Fondazione Vittorio Arrigoni "VIK UTOPIA", in collaborazione con l'organizzazione umanitaria FUNIMA International, vede la costruzione di una struttura di raccolta di acqua piovana di 100 m2. L'acqua raccolta dai tetti captanti viene filtrata e clorizzata per essere resa maggiormente potabile prima di essere raccolta nelle cisterne. E' previsto inoltre un programma di formazione al corretto utilizzo dell'acqua, per essere meglio dilazionata nei lunghi periodi di assenza, per l'utilizzo in ambito alimentare e di prevenzione della salute. Il progetto prevede inoltre la chiusura del tetto captante acqua con delle pareti per creare uno spazio idoneo affinché i medici locali possano svolgere il proprio lavoro, a beneficio della comunità e limitrofi.
Panchiu è una cittadina rurale nella contea della Vrancea, dista 180 km da Bucarest e conta circa 8.000 abitanti.
Qui sorge il “Centro Educativo Diurno Pinocchio”; l’unico spazio educativo e ricreativo sul territorio locale, che svolge una funzione di intermediario fra comunità ed istituzioni, nonché di promotore di occasioni di aggregazione per i minori dell'intera comunità. Il Centro è una struttura diurna che accoglie fino a 48 bambini/ragazzi dai 3 ai 16 anni a rischio di abbandono scolastico e devianza, la maggior parte dei quali appartiene alla minoranza rom. E’ nato proprio con l'obiettivo di operare nel contesto sociale attraverso la realizzazione di attività educative formali e non formali (alfabetizzazione di base, doposcuola, laboratori creativi, educazione all'igiene, musica, teatro, sport, giocoleria, etc.).
Il Centro è sostenuto dalla ONG IBO ITALIA con sede a Ferrara e, proprio con IBO, nel 1998, Vittorio si recò a Panchiu per un campo di lavoro internazionale.
Il progetto che stiamo finanziando riguarda i lavori di finitura e completamento del primo piano dell’edificio per creare spazi adatti all’accoglienza dei minori e all’organizzazione di attività educative, incontri, laboratori e corsi di formazione, nonché la realizzazione di una scala di emergenza esterna.
Il progetto è proposto dall’Associazione OLTRE IL MARE Onlus con sede a Roma ed ha come ubicazione il villaggio denominato Al Qatatwa nel distretto di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza. La zona cui questo progetto si riferisce è una di quelle in assoluto più povere e degradate dell’intera Striscia. In questo agglomerato vivono molte famiglie di origine beduina con un numero altissimo di bambini che abitano in baracche pressoché prive di ogni servizio. Il luogo in cui questa comunità si è installata è una piccola superficie infossata e piena di immondizie, di fronte alla quale comincia ora la ricostruzione dopo la devastazione degli ultimi bombardamenti israeliani che, nell’estate 2014, hanno colpito duramente tutta la Striscia, in particolare la zona di Khan Younis.
Il progetto che ci è stato proposto mira a portare un miglioramento considerevole nelle condizioni di vita in genere e di salute in particolare della comunità a partire dai bambini, visto che molti di loro presentano disturbi di diversa natura.
Esso si articola in due moduli. Il primo e più immediato è quello sostenuto finanziariamente dalla Fondazione.
Consiste nel delimitare e bonificare un piccolo terreno degradato dalle immondizie per farne un mini parco polifunzionale al cui interno troverà posto un ambulatorio ricavato da una parte della struttura in costruzione dell'organizzazione UHCC (Union of Health Care Committees) partner del progetto, che ha come fine statutario e professionale la difesa della salute pubblica. Nell'ambulatorio previsto dal progetto, medici e paramedici alcuni giorni alla settimana offriranno gratis le loro prestazioni, in primis ai bambini e poi agli adulti dell'area beneficiaria. Verranno piantati alberi resistenti alla siccità e ciascuno di essi verrà affidato alle cure di un piccolo gruppo di bambini dell'area per dare loro una prima base di educazione ambientale e di responsabilità di cura nel passaggio dal degrado alla bellezza.
NAZRA (in arabo “Sguardo”) è un Festival di cortometraggi che ha come obiettivo la promozione delle competenze artistiche e cinematografiche di giovani autori e autrici, palestinesi ed internazionali, che usano il linguaggio del cortometraggio per trattare temi quali la libertà, la giustizia, i diritti umani, l’autodeterminazione, nel delicato contesto israelo-palestinese. Mira inoltre a diffondere la conoscenza della situazione sociale e politica in Palestina, rimettendo al centro del dibattito pubblico la violazione dei diritti umani subita dal suo popolo.
E’ promosso dalle organizzazioni Restiamo Umani con Vik (Venezia), École Cinéma (Napoli) e Centro Italiano di Scambi Culturali-VIK (Striscia di Gaza – Palestina).
La rassegna cinematografica, itinerante e multiculturale, si ripropone nel 2018 dopo il successo della prima edizione 2017.
La Fondazione ha concesso il proprio patrocinio al Festival con l’istituzione di un premio denominato “Vittorio Arrigoni Prize” da assegnare all’opera che, “pur narrando un contesto di occupazione e prevaricazioni, meglio rappresenti lo spirito di resistenza, le azioni positive, solidali e di emancipazione mirate alla promozione dei diritti umani universali in Palestina”.
Riguarda il Centro “La Terra dei Bambini” del villaggio beduino di Um al Naser nella Striscia di Gaza settentrionale, vicino al valico israeliano di Erez. Il Centro è stato ricostruito dopo la sua demolizione avvenuta il 21 luglio 2014, a seguito degli attacchi aerei e terrestri israeliani durante l’operazione “Margine protettivo”. Il nuovo Centro è sorto su un lotto di terreno messo a disposizione dalla Municipalità locale, situato al centro della comunità. Oltre l’asilo, accoglie un centro donne e una cooperativa femminile per la produzione di giocattoli tradizionali.
Il contributo della Fondazione è volto a sostenere il costo del servizio educativo della Scuola materna del Centro, che garantisce in spazi adeguati i servizi educativi e di supporto psico sociale ai minori e alle famiglie, in particolare per le donne.
Beneficiari diretti sono i bambini in età pre scolare e le circa 200 donne beduine e le loro famiglie che necessitano di interventi di supporto psico sociale.
Attualmente usufruiscono del Centro 110 bambini divisi in 5 classi, con 7 insegnanti + la coordinatrice. Gli alunni sono seguiti insieme alle madri con il supporto dei servizi locali e delle altre Ong presenti anche dal punto di vista del monitoraggio sanitario.
Questo progetto ci conduce in uno dei Paesi più poveri del mondo, l’Etiopia, con un tasso di mortalità infantile spaventosamente alto.
Ci è proposto da MAM Beyond Borders Onlus, con sede a Parma; una Onlus che opera da anni in Etiopia e che è nata con lo scopo di attuare progetti socio sanitari sul territorio nazionale, in Paesi a risorse limitate e Paesi in cui sono in atto dei conflitti. In loco, per questo progetto, il referente è la Congregazione delle figlie della Croce e della Misericordia.
Siamo a Laku, un villaggio di circa ottomila persone nella regione del Sidamo, Etiopia sud occidentale. Una realtà rurale molto povera, la cui principale fonte di sostentamento è costituita dall’agricoltura di sussistenza, dalla produzione del caffè e dalla coltivazione del falso banano da cui viene ricavata un’importante risorsa alimentare per la popolazione.
Il progetto che la Fondazione co finanzia riguarda la costruzione di un locale adibito a cucina e mensa della scuola di Laku che accoglie bambini dai quattro ai sei anni, (attualmente 150) allo scopo di garantire l’accesso al pasto quotidiano di tutti gli scolari, la riduzione dello stato di malnutrizione infantile e la riduzione dei casi di infezione intestinale dei bambini iscritti alla scuola.
L’Associazione “Buonanascita Onlus” di Carpi (Modena), che si propone di favorire e promuovere il benessere della donna e del bambino durante la gravidanza e al momento del parto e di sostenere le maternità difficili per ragioni sociali o sanitarie, ci ha proposto di finanziare un progetto in Benin, uno tra i paesi più poveri dell’Africa, dove ha già in essere una collaborazione con la ONG locale SSPH/OCPSP.
Il centro CREN, situato nella località di Allada Toffo, nel Dipartimento dell’Atlantico, si occupa già di sostenere i bambini tra 0 e 5 anni che soffrono di malnutrizione, inoltre, adiacente al centro è presente un luogo di accoglienza di bambini e bambine orfani o abbandonati dalle proprie famiglie in quanto non in grado di sostenerli. Nei dodici villaggi del Comune vengono effettuate visite settimanali durante le quali viene eseguito uno screening ai bambini e chi presenta segni di malnutrizione è portato con la mamma presso il centro e curato con la fornitura di latte terapeutico e medicinali.
Il progetto, che la Fondazione ha deciso di sostenere economicamente, mira alla ristrutturazione e miglior allestimento del Centro malnutrizione attraverso l’acquisto di letti pediatrici, lettino per visitare i bambini, kit sanitari chirurgici, farmaci e test Malaria e HIV, sondini naso gastrici, stetoscopi e altri materiali per renderlo più funzionale e adeguato.
C.I.S.D.A. Onlus, Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane, ha sede a Milano e lavora per i diritti delle donne a fianco di diverse Associazioni afghane attraverso un lavoro capillare per alfabetizzare donne e bambini e far nascere una coscienza civica e di pace proprio dalle donne.
Una di queste Associazioni, AFCECO (Afghan Child Education and Care Organization), si occupa in particolare di favorire l’accesso di giovani donne agli studi universitari mediante borse di studio, sia come crescita personale, sia come contributo futuro al benessere del proprio paese.
La Fondazione ha accolto con interesse la proposta di sostenere due di queste studentesse nel loro percorso universitario, già iniziato, finanziando due borse di studio per i rimanenti anni di corso; una per M. che è iscritta ad Ostetricia presso il Raazi Institute of Higher Education e una per H. iscritta alla facoltà di giornalismo presso l’Ibn-e Sina University.
Per questo progetto i primi fondi sono già stati erogati attraverso C.I.S.D.A e l’impegno della Fondazione proseguirà nei prossimi anni sino alla conclusione dei rispettivi anni di studio.
Da un'idea di Sabina Antonelli, insegnante di scuola dell'infanzia a Spoleto, già autrice di libri per bambini, è nata la proposta di questo libro, da lei scritto e illustrato, per raccontare i sogni di Vittorio ai più piccoli. Parafrasando proprio ciò che Vittorio scrisse a 7 anni, "non ho zanne perché non sono un lupo", è sbocciata una storia che racconta un mondo diverso dove un uomo non è mai lupo per un altro uomo, ma semplicemente fratello.
Scrive l’autrice: "Questo racconto è dedicato a Vittorio Arrigoni, detto Vik . E’ lui il bambino che non voleva essere un lupo. Diventato grande Vittorio ha dedicato tutta la sua vita ai più deboli, ai dimenticati del mondo, ai bambini privati dei loro diritti, agli uomini e alle donne vittime delle violenze e dei soprusi. Oggi non c’è più, portato via in una giornata d' Aprile da un inverno che spesso, troppo spesso, alberga nel cuore degli uomini e non ha niente a che fare con la stagione che ci regala freddo e neve.
Le sue parole, i suoi pensieri, le sue scelte sono e saranno sempre una meravigliosa testimonianza d’amore per la vita."
Edito da “Segni e Parole” di Novara, il libro è distribuito direttamente dalla Fondazione alla quale vanno tutti i proventi delle vendite.
Con l’Associazione Insieme si può far Onlus, si è inizialmente supportato il progetto “Adotta un maestro della scuola Sole nascente” in località Reyhanli (Turchia), un comune nell’estremo sud della Turchia, a 5 km dal confine con la Siria, che rappresenta oggi un rifugio per i numerosi profughi che da lì provengono. Tutti gli alunni e le alunne che frequentano la scuola (elementari, medie e superiori) sono profughi siriani. Ai loro docenti era destinato il supporto finanziario della Fondazione e così è stato per i primi due mesi dell’anno scolastico. A dicembre 2015, le Autorità Scolastiche turche hanno preso in carico la Scuola riconoscendo la positività della struttura, del programma e del team di insegnanti, ai quali assegnare uno stipendio decoroso.
La Fondazione, su proposta dell’Associazione “Insieme si può fare Onlus”, ha quindi accettato di convogliare la rimanente donazione ad un’altra scuola che si trova a 20 Km da Reyhanli, in località Mudanboy, per l’acquisto di un pulmino. La piccola scuola, che si chiama “Generazioni di Pace” si trova in una zona rurale, molto depressa. La maggior parte dei bambini che la frequentano, anch’essi tutti profughi siriani, vive in condizioni di estrema povertà. Molte famiglie vivono in tende promiscue nei pressi della scuola. Alcuni dei bambini arrivano a percorrere fino a 5 km per arrivare a scuola a piedi e, nella rigidità del periodo invernale, questo percorso diventa sempre più faticoso. Con il pulmino acquistato, ora questi bambini potranno andare e tornare dalla scuola con più facilità.
“Il Violinista” è il progetto cofinanziato attraverso l’Associazione AssoPace Palestina e l’Associazione Al Kamandjati di Ramallah, Palestina. Consiste nella raccolta fondi per borse di studio per la scuola di musica fondata da Ramzy Aburedwan che da molti anni, proprio attraverso l’Associazione Al Kamandjati, ha avviato un importante lavoro di ricostruzione del tessuto sociale, dell’identità e della vita in Palestina attraverso la musica e la cultura, lavorando sul concetto di autostima, uguaglianza, consapevolezza dei propri diritti e identità culturale. E’ parte della sua missione educare alla musica i tanti bambini e giovani palestinesi che crescono in un contento sociale drammatico ed estremamente violento. Il progetto mira a garantire un anno di studio a 50 bambini e ragazzi dei campi profughi palestinesi di Qalandiah, nelle periferie di Ramallah e di Boury el Barajneh a Beirut Sud. Ogni allievo riceve una lezione settimanale di strumento e un’ora di lezione collettiva di teoria musicale, oltre agli strumenti musicali e a tutto il materiale didattico per lo studio. La Fondazione ha attualmente finanziato dieci borse di studio.